
Una coppia di fidi protettori, sempre pronti a reagire, correre e scappare da ciò che viene percepito come pericolo; reali sostenitori della propria fierezza.

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Costituiscono i più potenti flessori dell'anca.

Ognuno di essi è composto dai muscoli grande psoas e iliaco, i quali si uniscono all'interno della cavità pelvica e condividono il tendine d'inserzione. Il grande psoas nasce lungo il tratto di colonna vertebrale che va dall'ultima vertebra toracica alla penultima vertebra lombare; il muscolo iliaco, invece, trae origine dalla superficie anteriore della fossa iliaca, dalle spine iliache e dall'aspetto laterale dell'osso sacro. Dopo essersi incontrati e uniti all'interno del bacino, questi due muscoli si dirigono verso il fronte mediale (rispetto al centro del corpo) del femore, dove trova posto la base del cosiddetto piccolo trocantere; qui, mediante un tendine comune, s'inseriscono terminando così il loro decorso.
Oltre ad agire come flessore dell'anca, l'ileopsoas provvede anche al mantenimento delle curve fisiologiche della colonna vertebrale e ai movimenti di flessione anteriore e laterale del tronco.
Vengono definiti anche i "muscoli dell'anima", perché si ritiene che rappresentino dei centri energetici, collegati alle emozioni primarie e all'istinto di sopravvivenza. La loro posizione profonda, che collega colonna vertebrale agli arti inferiori, la loro connessione funzionale con il diaframma e la contiguità con l’intestino, li rendono sensibili allo stress e alla paura, tanto che la loro attivazione influenza il benessere fisico ed emozionale

Secondo varie filosofie orientali gli ileo-psoas vengono considerati un punto di canalizzazione dell’energia, un nucleo che ci connette alla terra, collegando la parte superiore del corpo a quella inferiore, permettendo di creare un supporto solido ed equilibrato con il bacino, sede della sorgente vitale (dan tien).
Sono custodi dell’anima, sempre pronti: primi a reagire quando la paura sale, ultimi a calmarsi, quando la quiete ritorna.
Inoltre interagiscono continuamente, in un dialogo intimo, a volte sussurrato, a volte gridato, con un tratto del nostro intestino (colon).
L’intestino non è solo un tubo che digerisce: è un archivio emozionale, che registra ogni emozione che non abbiamo avuto il coraggio di esprimere. Quando uno si contrae, l’altro trattiene.
Quando uno si apre, l’altro lascia andare.
Il colon e lo psoas condividono lo stesso spazio, la stessa tensione, la stessa vibrazione. Ogni paura irrisolta si accomoda nello psoas, come un ospite silenzioso. Ogni perdita non elaborata si deposita nel colon come una pietra.

In tutto ciò, la RESPIRAZIONE CONSAPEVOLE, è in grado di intervenire efficacemente.
Quando inspiri, il diaframma scende e massaggia il colon, la milza, il fegato. Quando espiri, il diaframma sale e lo psoas si rilassa.
Ogni respiro consapevole riapre un varco tra paura e fiducia.
Respirare è il primo atto di libertà, di gentile affermazione della propria esistenza.

La nostra anima esprime la gioia, la paura, l'entusiasmo, la rabbia, la meraviglia, il disgusto, come qualsiasi altra emozione o stato d'animo, ANCHE attraverso il linguaggio del nostro corpo fisico. Inutile credere che i sintomi fisici prescindano da come viviamo le nostre esperienze e da come lasciamo che esse ci influenzino.

Lasciare che anima e corpo danzino insieme, ora a tempo, ora calpestandosi i piedi a vicenda, permette di sentirci immersi nel piacere del flow (flusso armonioso e creativo); di surfare sulle onde della nostra irripetibile esistenza, senza sforzo e con la necessaria leggerezza, così da apprezzarne la vera essenza, in qualsiasi momento, oltre a goderci il panorama!

daniela rossini
Grazie sempre a tutti coloro che mettono a disposizione splendidi contenuti in rete.